In merito ad alcune notizie diffuse in data 20 Aprile 2006 dal quotidiano “La Repubblica”, relativamente ai campi in erba artificiale, la Lega Nazionale Dilettanti, in ragione del ruolo ricoperto, nonché delle circostanze attribuitele dalle succitate fonti giornalistiche, ritiene opportuno chiarire quanto segue.
Innanzitutto, la ricostruzione dei fatti, come riportati nell’articolo de quo, differisce dalla verità storica. Non tenere conto di ciò, infatti, può creare disorientamento e preoccupazione in ordine alle valutazioni espresse circa il potenziale pericolo cancerogeno di alcuni materiali utilizzati per la fabbricazione dei campi in erba artificiale.
In tal senso, si sottolinea che il lavoro svolto in questi anni dalla Lega Nazionale Dilettanti ha generato, come conseguenza, la dimostrazione di una oggettiva e incontestabile affidabilità, tanto sugli studi compiuti, quanto sulla qualità delle tecniche utilizzate.
Pertanto, a chiarimento della posizione di garanzia e di attendibilità che ha contraddistinto l’impegno della Lega Nazionale Dilettanti in questo delicato settore, appare necessario ricostruire gli eventi fin dalla loro origine, al fine di consentire l’acquisizione dei necessari elementi di giudizio per una analisi obiettiva di tutti i soggetti e le argomentazioni di diretto riferimento:
1. nel 2003, la Lega Nazionale Dilettanti affrontava la questione relativa al possibile inquinamento originato dallo zinco e, più in generale, dai metalli pesanti, presenti nei materiali da intaso utilizzati nella realizzazione dei campi in erba artificiale, insistendo sui rischi di danno ambientale, al limite della irreversibilità, dovuti all’accumulo di sostanze nocive non smaltibili. Al fine di definire tale importantissimo aspetto, in primis la nocività di tali materiali, la Lega Nazionale Dilettanti attese le conclusioni di una indagine conoscitiva commissionata a Labo Sport France e al Prof. Avv. Alessandro Lolli (professore associato di diritto amministrativo e diritto dell’ambiente presso l’Università di Bologna), incaricati di analizzare i fattori di rischio dell’impiego di granuli di gomma, risultanti dalla triturazione di pneumatici, quale materiale da intaso per la realizzazione di superfici in erba artificiale. Dal risultato di tale indagine, emerse con chiarezza la necessità di NON considerare il granulato derivante da pneumatici come materiale recuperabile senza rischio per l’ambiente (acquistabile come un qualsivoglia prodotto), in quanto esso rappresentava un potenziale pericolo per l’ambiente, senza tener conto, poi, della salute pubblica;
2. successivamente agli esiti della predetta indagine, in data 8 Giugno 2004 la Lega Nazionale Dilettanti scriveva al Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio, trasmettendo il parere emesso dal Prof. Avv. Alessandro Lolli e richiedendo di NON iscrivere quel tipo di granulato tra i materiali recuperati senza rischio per l’ambiente, poiché potenzialmente pericoloso. Ancorché sollecitato al Ministero un diretto riscontro nella medesima data dell’8 Giugno 2004, la Lega Nazionale Dilettanti non ha ottenuto alcuna risposta. A ciò ha fatto seguito una seconda nota, con la istanza urgente di un incontro per trattare la questione. Va segnalata, in tal senso, la circostanza di una riunione avvenuta tra rappresentanti, professionisti e tecnici della Lega Nazionale Dilettanti presso il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio, nel corso della quale la Lega rappresentò a tutto tondo la problematica oggi in discussione, ricevendo esclusivamente risposte interlocutorie e rinvii a ulteriori appuntamenti mai celebrati.
3. a fronte del silenzio del Ministero, la Lega Nazionale Dilettanti ha proseguito negli studi e verifiche, affidati a Labo Sport France, all’Università di Pavia e al Parco Scientifico di Tortona, allo specifico scopo di approfondire gli aspetti più importanti e delicati connessi agli effetti sull’ambiente e sulle persone, derivanti dall’utilizzo di tali sostanze. Detti studi hanno espresso con chiarezza diverse condizioni di preoccupazione, facendo elevare il livello d’allarme. A seguito di queste risultanze scientifiche, la Lega Nazionale Dilettanti chiese ed ottenne da parte della F.I.G.C. l’istituzione di una Commissione Federale, che annoverasse i rappresentanti del Ministero della Salute, nonché del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio. A fronte di ciò, si è visto come atto concreto la nascita, nel 2005, di una commissione interministeriale voluta dal Ministero della Salute, alla quale – per il tramite dell’Istituto Superiore di Sanità - fu affidato il compito di realizzare uno studio di fattibilità per stabilire l’effettiva tossicità dei materiali da intaso rivenienti da prodotti riciclati, quindi – come tali – “non vergini”. Citiamo, a titolo esemplificativo, SBR o EPDM, recuperati rispettivamente da copertoni e da guarnizioni per edilizia e attualmente approvati dalla F.I.F.A. per gli intasi di campi in erba artificiale della categoria “Star 2”. A tutt’oggi, si ignora se gli studi da parte della suddetta Commissione Interministeriale siano stati completati, non essendo pervenuta alla Lega Nazionale Dilettanti alcuna comunicazione in merito;
4. nel frattempo, la Lega Nazionale Dilettanti, alla luce delle risultanze degli studi tecnico-scientifici di cui al punto precedente, ha indirizzato la propria linea operativa su cicli produttivi basati esclusivamente sull’utilizzo di materiali eco-compatibili, tenuto conto delle problematiche generate da alcuni prodotti riciclati, non in grado di contribuire alla salvaguardia ambientale. Tali materiali eco-compatibili sono stati individuati in elastomeri - termoplastici vergini, uniche categorie, per quanto di nostra diretta conoscenza, in grado di rispondere ai requisiti di eco-compatibilità della pavimentazione, nonché alle problematiche bio-meccaniche degli atleti che utilizzano gli impianti in erba artificiale. Da qui è nata la volontà della Lega Nazionale Dilettanti di accreditare solo prodotti “vergini” o “riciclati”: i primi progettati e fabbricati per essere utilizzati da intaso e, di conseguenza, atossici; gli altri da utilizzarsi come estratto di gomme di pneumatico riciclate, a patto che venissero preventivamente “nobilitati”, cioè “puliti” dai residui tossici e, comunque, avvolti in una capsula che evitasse l’eventuale dispersione sul terreno di residui tossici. Si tenga conto, in tal senso, di due aspetti peculiari:
a) attraverso l’evoluzione di questi studi, è stato possibile per la Lega Nazionale Dilettanti addivenire alla stesura di un nuovo Regolamento per i campi in erba artificiale, entrato in vigore nel Febbraio 2006 con norme sempre più restrittive in fatto di eco-compatibilità e di materiali da intaso. Tale Regolamento ha ottenuto l’apprezzamento della F.I.F.A., che ha plaudito la Lega Nazionale Dilettanti per il lavoro svolto;
b) l’attuale impostazione ed anche per i nuovi sottofondi consente, addirittura, il mantenimento dei costi di originari.
Attraverso la presente nota, la Lega Nazionale Dilettanti ha cercato di fare il punto della situazione e di chiarire l’evoluzione storica dell’intera questione, consapevole di aver sempre posto in essere tutte le verifiche necessarie per assumere le decisioni più corrette, trasparenti ed opportune, a salvaguardia e tutela di beni primari quali l’ambiente e la salute degli sportivi praticanti e di avere, nel contempo, segnalato alle Istituzioni competenti le determinazioni scientifiche rilevate dagli studi effettuati. Risulta, pertanto, evidente come non esista, allo stato, alcun atto fornito alla Lega Nazionale Dilettanti in ordine alle risultanze degli studi condotti da parte dell’Istituto Superiore di Sanità. Si ritiene, di conseguenza, che gli approfondimenti riportati dagli organi di informazione rappresentino il frutto di indiscrezioni giornalistiche.
LEGA NAZIONALE DILETTANTI
IL PRESIDENTE
Carlo Tavecchio
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