MESSAGGIO DEL PRESIDENTE CRB PIERO RINALDI
La nuova stagione sportiva è ai nastri di partenza. C’è sempre attesa all’avvio dei campionati. Tra qualche giorno il nostro “esercito” di circa 500 squadre di LND e di SGS con i loro dirigenti, calciatori, allenatori, collaboratori oltre agli arbitri, si muoverà sulle strade della nostra regione, per scrivere la storia di quest’annata calcistica e di questo meraviglioso gioco che ci accomuna, ci unisce.
Un esercito di ventiduemila persone che, in una piccola regione come la Basilicata rappresenta, appunto, un piccolo-grande esercito. Abbiamo lavorato alacremente in questo periodo feriale, con l’impegno, la serietà e l’abnegazione di sempre, per offrire al sistema calcio dilettanti e giovanile della regione il nostro entusiasmo, la nostra “mission”.
Il calcio lucano si rimette in moto, con l’entusiasmo di sempre, ma anche con i tanti problemi che non scoraggiano migliaia di coraggiosi dirigenti, che hanno fatto la loro parte perché tutto sia pronto.
E poi il via: migliaia di partite, migliaia di giovani e meno giovani calciatori a contendersi questo pallone che con il suo rotolare, con il suo rimbalzare, ci fa sentire più giovani, più gioiosi. Questo pallone, oggetto magico, che ci coinvolge in confronti, polemiche, gratificazioni, delusioni, sacrifici. Questo pallone che ci tiene lontani dai nostri affetti, dalle nostre preoccupazioni ma che ci dona la possibilità di conoscerci, di fare sempre nuove amicizie, di visitare paesi e posti della nostra amata regione.
Questo pallone che rotola magicamente sul terreno, sull’erba naturale, sull’erba artificiale, sulla gomma, sul parquet. Questo pallone che ci dà la possibilità di avvicinarci ai giovani, ad avere con loro un colloquio, un rapporto, un affetto, una confidenza che dobbiamo sfruttare per stare più vicini per aiutarli, mentre si apprestano ad assumersi nuove responsabilità sul difficoltoso cammino della vita.
Ah se tutti i cittadini, tutti i politici capissero che noi non tiriamo “quattro calci ad un pallone”! Noi educhiamo ai valori dello sport, noi riusciamo ad aggregare, noi ci assumiamo responsabilità anche più grandi di noi, senz’altro per passione ma anche perché consapevoli dell’importanza della nostra opera. A volte commettiamo anche noi degli errori ma siamo pronti a fare autocritica, a correggere, a ravvederci.
Non apparteniamo al mondo del calcio professionistico, siamo un nucleo a parte e di questo siamo fieri. Anzi, a causa della pay-tv subiamo una diminuzione di presenze di tifosi sui nostri campi. Ciò ci preoccupa per la nostra sopravvivenza, ma ci fa dire, anche per incoraggiarci … “pochi ma buoni”. Si pochi ma buoni, perché i nostri tifosi sono dei veri appassionati perché amano questo calcio “diverso” fatto di sacrifici, di genuinità, di solidarietà, che io mi onoro di rappresentare.
Piero Rinaldi
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